Ma il tratto piu’ visibile di Tirana era il grigiore che pervadeva tutta la citta’, e che, nell’inconscio di molte persone, era una rappresentazione visibile della mancanza di speranza degli abitanti del piccolo paese delle aquile, in particolare se paragonata alle luci sfavillanti delle capitali occidentali, che i cittadini albanesi iniziavano a vedere dagli schermi televisivi.

Se negli anni novanta qualcuno avesse predetto che nel giro di pochi anni Tirana sarebbe diventata famosa per i suoi colori e che avrebbe per questo motivo attirato l’attenzione di media, artisti e designer “occidentali” si sarebbe probabilmente sentito ridere in faccia.

I primi colori nella capitale hanno iniziati ad apparire nel 2000, in seguito all’elezione di Edi Rama a sindaco della capitale. Personaggio carismatico e discusso, Rama ha un passato di artista e insegnante presso l’Accademia delle Belle Arti e al momento della sua elezione si è dovuto confrontare con gli enormi problemi urbanistici di una citta’ cresciuta come un fungo senza aver mai visto un piano regolatore (dagli anni novanta un altissimo numero di persone si e’ trasferito dal povero nord rurale a Tirana), afflitta dalla miseria e dove nulla era mai stato concesso alla bellezza.

L’amministrazione di Tirana si trovava di fronte a una sfida: come proporre un rinnovamento urbanistico con i limitatissmi fondi che la citta’ aveva a disposizione? Uno dei progetti ha fatto sì che le facciate delle anonime costruzioni vetero-socialiste siano state ridipinte di colori vivaci, spesso in scala cromatica tra loro, colori che si stagliano ancora di più nel grigiore della città.

Il significato simbolico è stato molto forte: le nuove facciate ridipinte non sono solamente un segno di rinnovamento artistico, ma hanno piuttosto rappresentato la voglia di cambiamento e di rinascita culturale di un paese a lungo oppresso dalla dittatura e successivamente prostrato dal caos degli anni novanta.

Il sindaco Edi Rama ha dichiarato in un’intervista: “Potete immaginare il paese piu’ povero d’Europa discutere di colori. Era come essere in un caffe’ a Montemartre e ci furono molte voci a favore del cambiamento e molte voci contro”. Sembra tuttavia che la maggioranza degli abitanti della capitale abbia apprezzato particolarmente la novità e che sentire parlare dall’estero di “rivoluzione architettonica” sia stato un punto di orgoglio capace di ridare dignità alla vita culturale albanese.

Naturalmente i problemi di Tirana sussistono e sono spesso ingenti. L’Albania e’ tuttora un paese in una fase di transizione, che si sta lasciando alle spalle una fase drammatica della sua storia. Ma propio questa spinta al dinamismo e questa voglia di cambiamento della società albanese non potrà non affascinare il turista che arriverà in visita nella repubblica schipetara.

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