L’imponente bastione alpino ha isolato nei secoli le popolazioni del nord dal resto dei Balcani, ma anche dal paese stesso: questo è la regione più autarchica e fiera, enclave cattolica e dell’arcaico codice consuetudinario del Kanun. In quest’area si trova anche il maggiore lago del paese e della penisola balcanica, il lago di Scutari (370km2). Se ne ammira l’ampia distesa punteggiata da isolotti, con rive basse a est e rocciose e ripide a ovest dalla Fortezza di Scutari, luogo carico di suggestioni storiche e di miti, ultimo baluardo opposto dalla resistenza albanese all’ invasore turco.
Oltre la fortificazione naturale delle catene alpine, si scende nella vasta vallata del fiume Drin che attraversa la regione da ovest ad est. Il lungo corso del maggiore fiume albanese (285 km) è stato trasformato per necessità idriche e energetiche in un’incantevole serie di laghi artificiali navigabili che si succedono senza soluzione di continuità sino alla città nord orientale di Kukes.
Dalla valle del Drin si accede alla regione montana centrale. La parte settentrionale è punteggiata da minuscoli e suggestivi laghi di origine glaciale (Laghi della Lura, dei Fiori). Sebbene qui vi sia il gruppo del Korab (2.751 m.), il più elevato del paese, l’altitudine media è inferiore a quella alpina e la morfologia è meno aspra: le valli si distendono, si ampliano, divengono coltivabili. L’intensa luce tersa tipica di queste regioni dissemina pennellate di colori puri e saturi. La tinta ruggine delle vette rivela i preziosi minerali celati nelle viscere rocciose: cromo, ferronickel e rame.
Ancora grandi corsi d’acqua segnano il territorio: il Drin, che nella settentrionale Kukes si divide in Drin Bianco (che prosegue in Kossovo) e Nero, va a gettarsi in uno dei vasti laghi di origine tettonica condiviso da regione montana meridionale e Macedonia: il lago di Ocrida. Il grande lago è rinomato per l’ineffabile bellezza del paesaggio movimentato da isole, penisole e ampie anse; per il Koran, specie rara di trota salmonata che popola le sue acque; per i frutteti e per la straordinaria mitezza climatica. A pochi chilometri il secondo grande lago tettonico, il lago di Prespa.In questa regione, sull’altopiano di Dumré, nel breve tratto che separa la città di Elbasan e quella di Lushnje, vi sono ben 80 laghi carsici.
Il limite meridionale della regione è segnato dal fiume Shkumbin, le cui sorgenti si trovano a sud sul monte Valamara (2373 m.), che ha diviso storicamente il paese in due grandi aree: l’area Ghega a nord e quella Tosca a sud.
La regione montana meridionale è anch’essa affollata di vette oltre i 2.000 m. di altitudine. Mare e monti sono fusi in un rapporto intimo che confonde. Nel giro d’una manciata di minuti, dall’ambiente alpino del passo di Llogara, nel centro-sud, si scende vertiginosamente lungo un pendio che rammenta quello del mitico monte Olimpo, lo sguardo avvinto dal miraggio lontano di baie color avorio e turchese e un’po storditi dal un profumo contrastante di resina e salsedine, sino a penetrare nella fitta macchia mediterranea di Dhermì e, infine, planare su una spiaggia pressoché inviolata.
Il Nemer√ßa con i suoi 2.498 metri è il monte più alto della regione meridionale caratterizzata dai grandi rilievi di origine carsica del Tomorri-Melesin, che si alternano con un andamento regolare con alcune valli digradando verso il mare e con due depressioni di origine tettonica, la pianura di Delvina e la valle del Dukat.Il lungo percorso del fiume Vojussa (237 km) si sviluppa per circa 13 chilometri, attraverso un frammentato territorio carsico, nella Gola di Kelcyra, un canyon profondo un centinaio di metri.

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