La leggenda è il mezzo per percepire la grandezza, la reazione dello spirito umano di fronte alla grandezza“.

(Bruno Schulz, da Così nascono le leggende, 1935)

 

Sulle rive del Danubio è passata la Storia. Imperatori e sultani alla testa di temibili eserciti hanno deciso sorti e destini di interi popoli: nei campi attorno a Mohàcs, cittadina della pannonia ungherese, nel 1526 Solimano il Magnifico annientò l’esercito ungherese guidato da Luigi II, suggellando un dominio ottomano che si sarebbe protratto su gran parte dei Balcani per lunghi secoli.

Tuttavia negli interstizi del microcosmo danubiano si annida anche l’infinito migrare di uomini e donne comuni, con il proprio bagaglio di sentimenti, ricordi, idiosincrasie, oltre ad un immaginario simbolico fatto di leggende tramandate da generazioni di padri e nonni. Proprio questi “frammenti d’identità” danubiana proveremo a ricomporre, attraverso una selezione di fiabe popolari, diari di viaggio e lettere sopravvissuti all’oblio del tempo: squarciando veli di conoscenza e arricchendo così di nuove narrazioni anche le più recondite anse del Gange d’Europa.

I frammenti danubiani:

La leggenda della roccia di Babakaj.

La bella Delibàb.

La crociata di Nicopoli.

Il serbo ama i suoi alberi.

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