Come settima meraviglia è stato scelto il Castello medievale dei Corvino, noto anche come il castello degli Hunyadi. Esso sorge imponente sul sito di un antico castrum romano nel centrosud della Romania, in provincia di Hunedoara, parte della regione storica Transilvania. Stasera vi racconteremo la storia di questo castello che forse un giorno visiterete e che è, oggi, museo, è ospita mostre e concerti.
Nel XV-esimo secolo, quando iniziò la costruzione del castello dei Corvino, la Transilvania si trovava sotto l’amministrazione del Regno d’Ungheria. I lavori di ampia portata volti a trasformare l’antico castrum romano in un castello fortificato iniziarono su ordine del principe Iancu de Hunedoara, governatore d’Ungheria. Le torri di difesa, le guglie gotiche, i fossati, le mura merlate, i ponti levatoi del castello erano una novità nell’architettura militare della Transilvania del XV-esimo secolo. L’artefice della trasformazione, in un periodo successivo, del castello fortificato in una sontuosa residenza signorile, fu Mattia Corvino, nome italianizzato di Matyas Hunyadi, re d’Ungheria e figlio del principe Iancu de Hunedoara. Mattia Corvino fu alleato e poi nemico del principe della Valacchia, Vlad Tepes III, meglio noto come Dracula, il cui nome è legato ad un altro castello famoso della Romania, quello di Bran.

Il castello dei Corvino fu arricchito di sale e camere d’onore dai principi che lo occuparono successivamente. Del destino di questo castello ci parla Nicolae Ceriser, direttore del Museo “Il Castello dei Corvino” di Hunedoara:
“Il castello dei Corvino è importante dal punto di vista storico perchè fu fatto erigere da una famiglia importante nella storia della Transilvania e del Regno d’Ungheria, gli Hunyadi. Il termine “corvino” fu attribuito a Mattia Hunyadi dal biografo Antonio Bonfini, il quale affermava che la famiglia Hunyadi discendeva dalla famiglia antico-romana dei Corvini. Del resto, il nome di “Corvino”, proviene dal latino ”corvus”, cioè “corvo”. Il Castello è importantissimo anche dal punto di vista architettonico, perchè riunisce armoniosamente elementi di architettura civile e militare di stampo occidentale, del Tardo gotico e del Primo rinascimento. Venne utilizzato come residenza signorile fortificata dai Corvino e, poi, come residenza nobiliare per importanti famiglie transilvane, fino al 1724 quando fu occupato dagli Asburgo e trasformato in deposito di ferro. Fu l’inizio della sua sfortuna; andò man mano degradandosi, fu abbandonato e rimase inutilizzato fino al restauro, finalizzato alla conservazione e al suo riutilizzo come Museo. Oggi ospita collezioni di arte e tecnica militare, archeologia, arte decorativa ed etnografia. È visitato annulamente da quasi 200 mila turisti, cifra in crescita grazie alla sua inclusione nei circuiti turisti organizzati da vari tour operator. “
Sullo stemma dei Corvino è ritratto un corvo che tiene nel becco un anello d’oro. Intorno alla figura del corvo è nata anche una leggenda che parla delle origini del nome dei discendenti di Iancu di Hunedoara- i Corvino. Si dice che Iancu de Hunedoara fosse figlio illegittimo del re d’Ungheria, Sigismundo di Lussemburgo, e di una bella donna, il cui nome era Elisabetta. Per salvare l’onore di Elisabetta, il re le fece sposare uno dei suoi capitani d’esercito. Le diede un anello in regalo per il figlio che sarebbe nato affinchè, da grande, fosse riconosciuto e accolto alla sua corte. Durante un viaggio, il figlioletto illegittimo di Iancu de Hunedoara dimenticò l’anello sulla tovaglia stesa su un prato dove aveva pranzato con la sua famiglia. Un corvo, attirato dal brillare dell’anello, lo prese nel becco e cercò di portarselo via. Allora il bambino prese un arco e una freccia e colpì il corvo, recuperando l’anello. Quando crebbe e si presentò alla corte di Iancu de Hunedoara, raccontò la vicenda al re, il quale, impressionato, decise che il corvo con l’anello d’oro nel becco sarebbe diventato il simbolo della famiglia principesca.
Un’altra leggenda, piuttosto triste, racconta che tre turchi, che erano incarcerati nella prigione del castello, scavarono per quasi 15 anni un pozzo di 30 metri nel cortile. Lo fecero in cambio della promessa del principe Iancu de Hunedoara di liberarli. Una volta finito il lavoro, chiesero che la promessa fosse mantenuta, ma per loro sfortuna, nel frattempo il principe era morto, e il nuovo padrone del castello anzichè liberarli, li condannò a morte.
Oltre alle “7 meraviglie” nominate dai romeni in seguito al sondaggio di cui vi parlavamo, in Romania esistono 7 “meraviglie” dichiarate dall’Unesco “patrimonio dell’umanita”. Si tratta di siti architettonici e monastici sparsi in tutta la Romania, tra cui quello delle città daciche nei Monti Orastiei, che si trovano sempre in provincia di Hunedoara.
Particolari dal direttore del Museo “Il Castello dei Corvino” di Hunedoara, Nicolae Ceriser:
“La provincia di Hunedoara è ricca di monumenti storici e d’arte rappresentativi delle diverse epoche: dacica, romana, feduale e moderna. La provincia corrisponde per gran parte del suo territorio all’antica Dacia e alla sua capitale Sarmizegetusa Regia, che era difesa da queste 7 città daciche fortificate situate nei Monti Orastiei, risalenti al primo secolo avanti Cristo. Va ricordata anche la chiesa di Densus, costruita con pezzi di marmo e frammenti di colonne, provenienti da Ulpia Traiana Sarmizegetusa, capitale, questa volta della Dacia Romana.
Per un turista che parte dalla capitale romena. Bucarest, verso Hunedoara, le possibili soste turistiche potrebbero essere la Valle dell’Olt dove, si trovano importanti stazioni turistiche e balneoclimatiche e il famoso monastero Cozia, le città di Alba e di Sibiu, che come ben sapete è quest’anno capitale europea della cultura.”

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