Queste ultime non mancano, soprattutto a livello locale, dove l’immaginazione sembra correre in assoluta libertà. Davanti a tutti la capitale Bucarest. Nel periodo tra le due guerre mondiali era chiamata “piccola Parigi” per l’eleganza della sua architettura. Ma non solo non è più riuscita a riacquistare il fascino perduto ma è stata privata della stragrande maggioranza dei suoi palazzi storici demoliti per ordine di Ceausescu per far spazio a nuove costruzioni.
Ora però l’amministrazione locale è convinta di avere a portata di mano qualche progetto interessante: sul fiume Dambovita (ma anche sui laghi della capitale) potremmo presto vedere navi e gondole. Il progetto è nato da un’idea di una società privata (MKS Electronik) che ha l’intenzione di iniziare a far navigare sulle acque della capitale 15 navi, ricostruzioni fedeli di imbarcazioni del XVI-XVIII secolo. E poi anche bellissime gondole che ricorderanno a Bucarest com’è bella Venezia!
L’associazione tra la società e il comune della capitale romena sarà un partenariato pubblico-privato i cui le autorità locali mettono a disposizione gli spazi, cioè fiumi e laghi, mentre la MKS Electronik si occuperà delle imbarcazioni. 15 navi d’epoca spagnole, inglesi, francesi (ma non mancheranno quelle dei pirati) galleggeranno su Dambovita. Su ogni nave verrà costruito un ristorante dove si potranno assaggiare cibi a seconda della provenienza dell’imbarcazione. Le gondole scivoleranno invece tranquille su 15 dei 22 km di canale del fiume Dambovita. Tutte le imbarcazioni saranno costruite in Olanda, ogni nave costerà circa 700.000-800.000 euro mentre per le gondole basterà qualche migliaia di euro.
Intanto Bucarest è una città di 2 milioni di abitanti bloccati nel traffico. Secondo un recente studio di “Salvate Bucarest”, i pedoni percorrono le vie della città più velocemente delle macchine. La velocità media, nel centro della capitale, è diminuita dai 15 km/ora del 2000 a meno di 10 km/ora nel 2006. Cìè chi però ha qualche idea su come decongestionare la città. A partire dal sindaco generale Sorin Oprescu che vuole un’autostrada sospesa sopra la città mentre il sindaco del settore due della capitale, Neculai Ontanu, è convinto che bucurestenii devono andare al lavoro con la tele-gondola: il progetto esiste già, i cittadini potranno “sorvolare” a circa 15-20 metri di altezza, tutta Bucarest.
Per Bucarest ha un’idea anche il ministro del Turismo, Elena Udrea. “La capitale è situata su una fonte di acqua termale. Dobbiamo fare uno studio che ci dica sino a dove si estende, probabilmente sino a Snagov, Balotesti. Si potrebbe quindi fare turismo balneare a Bucarest ma purtroppo per il momento non v’è alcun albergo che sia in grado di utilizzare questo potenziale”, ha dichiarato di recente.
Intanto secondo l’Istituto nazionale di statistica l’anno scorso 6 milioni di stranieri hanno scelto di passare le vacanze in Romania. Provenivano in particolare da Ungheria (34%), Bulgaria (19,7%) e Germania (9,5%). Un aumento del 22% rispetto al 2007. Dall’altra parte anche il numero dei romeni che sono andati all’estero è cresciuto del 21,8% rispetto all’anno precedente.
Per aumentare il potenziale attrattivo del Paese l’esecutivo ha investito 75 milioni di euro per elaborare il nuovo “brand” turistico della Romania, che dovrebbe essere pronto entro fine anno. Esercizio difficile però quello di mutare all’estero l’immaginario sulla Romania, Le autorità di Bucarest che non sono finora riuscite a presentare e diffondere informazioni sulle risorse del paese. Almeno quelle che possono attrarre turisti stranieri. Ci sono castelli, foreste, lupi, orsi, acque termali, monasteri, storia, leggende, mare, il delta del Danubio. Ma se si domanda ad uno straniero che cosa conosce della Romania ti risponde sempre Ceausescu, Dracula e magari Nadia Comaneci.
Altri paesi invece sono riusciti abilmente a costruirsi un’immagine favorevole, sfruttando circostanze e pregiudizi. Ad esempio il tormentone dell’idraulico polacco. Dopo dibattiti accesi in Francia nel 2005 sulla votazione della Costituzione europea, la frequente invocazione dell’idraulico polacco ha determinato il ministro polacco del turismo d’allora a promuovere il suo paese con un personaggio centrale: un idraulico. Che rassicurava i francesi dicendo di voler rimanere in Polonia. L’effetto è stato immediato, la presenza di turisti francesi in Polonia è aumentata del 14%, ovviamente anche in seguito alla simpatia per l’idraulico che non voleva più venire a lavorare in Francia.
Dracula resta comunque un brand turistico conosciuto all’estero. Ma l’immagine del Castello di Bran in Transilvania non sarà più associata al suo nome. Lo ha dichiarato l’arciduca Dominic d’Asburgo, proprietario del castello che inoltre ha precisato che “apprezza la posizione di non associare il castello di Bran con il brand Dracula. Dracula è solo un mito, non lo combatterò direttamente, in quanto alla gente piace questa fantasia, ma non lo promuoverò”.
Il castello è stato restituito al proprietario il 18 maggio 2006 e fino al 18 maggio 2009 conserverà la sua destinazione di museo, amministrato dallo stato romeno che comunque ha l’intenzione di riacquisirlo. Nel 2007 è stato incluso al secondo posto dalla rivista Forbes tra le proprietà più care al mondo. E’ stimato attorno ai 140 milioni di dollari.
In un periodo di crisi secondo le autorità romene saranno turismo e agricoltura i settori a fungere da ancora di salvezza. “Sono convinto che la Romania può diventare un brand di agricoltura e turismo ecologico”, ha recentemente dichiarato il presidente del Senato della Romania, Mircea Geona, aggiungendo che la Romania è il paese in Europa con la maggior superficie non ”contaminata” dalla modernità. Secondo Geona puntare sui prodotti ecologici potrebbe rappresentare un punto di forza per il paese. ‚”Perché quando sei indietro puoi fare due cose: un salto in avanti, bruciando le tappe, oppure conservi quello che hai di più prezioso perché molti che vivono in Occidente verebbero qui e spenderebbero volentieri i loro per mangiare sano e per dormire in una casa di campagna”.
E come diceva un poeta e filosofo romeno, Lucian Blaga, ”l’eternità è nata in campagna”. Ed è proprio là, negli ancora poco contaminati villaggi romeni che la possiamo ancora trovare.
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/10932/1/48/

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