Il 4 Maggio 1980, alle ore 15.05 è stata interrotta la partita tra Hajduk di Spalato e Crvena Zvezda di Belgrado, una partita mai più continuata. La notizia sulla morte del maresciallo Tito paralizzò non solo giocatori e spettatori, ma quasi tutto il popolo della Jugoslavia. Operai, insegnanti, studenti, militari, casalinghe, giovani, vecchi, tutti gli abitanti delle sei repubbliche e due provincie autonome socialiste dell’ex Jugoslavia si misero a piangere. Alcuni ricordano di aver pianto per la tristezza, altri invece per la paura del domani.

Il Consolato generale della SFRJ, una ONG fondata nel 2003 a Tivat in Montenegro con lo scopo di preservare il ricordo su Josip Broz Tito e più in generale sulla Jugoslavia organizza da un paio di anni una rievocazione della partita di Spalato. Ogni anno il quattro maggio due squadre con le divise di Hajduk e Crvena Zvezda si incontrano a Tivat e giocano solo fino alle 15.05, dopodiché la partita viene interrotta per ricordare simbolicamente ‘il giorno più triste delle nazioni e nazionalità jugoslave’.

Oltre alla partita sono immancabili le visite alla Casa dei fiori, il luogo dove Josip Broz Tito, in seguito al suo desiderio personale, fu sepolto dopo la morte. La Casa dei Fiori oggi fa parte del Museo della Storia jugoslava, un museo fondato nel 1996 integrando il Museo della Rivoluzione del popolo e delle nazionalità jugoslave e il Complesso memoriale Josip Broz Tito che a sua volta era composto dalla Casa dei Fiori e il Museo del 25 Maggio o della Gioventù. La Casa dei Fiori, costruita nel 1975 come una residenza per il riposo di Josip Broz Tito, dopo essere diventata un Mausoleo è stata visitata ad oggi da venti milioni di persone. L’affluenza maggiore era prima degli anni novanta, quando anche ventimila mila persone si mettevano in coda davanti alla tomba di Tito per onorarla. Dopo gli anni novanta il numero delle visite calò rapidamente e solo dopo il 2000 iniziò ad aumentare di anno in anno per arrivare al numero di oltre ottantamila mila visite nel 2010. I visitatori vengono soprattutto dalle ex repubbliche Jugoslave (Slovenia al primo posto) però anche da altri posti del mondo. Il funerale di Josip Broz Tito fu il più visitato funerale di un politico nel ventesimo secolo. Oltre settecentomila persone seguirono la sua salma funebre a Belgrado, 209 delegazioni da 128 Paesi del mondo, 31 capi di Stato, 22 primi ministri, quattro re, sei principi… il suo funerale fu uno dei pochi momenti della storia recente che vide stare l’uno accanto all’altro gli avversari della guerra fredda.

Nelle vicinanze della Casa dei Fiori fu costruito nel 1962 il Museo del 25 Maggio o della Gioventù come regalo per il compleanno del Maresciallo Tito. L’idea iniziale del Museo era di preservare tutte i testimoni della gioventù e altri regali che Tito nella sua vita ricevette dal suo popolo e dalle varie delegazioni politiche mondiali, al primo posto dai Paesi membri del Movimento dei paesi non alleati di cui Tito era uno dei fondatori accanto all’ex presidente indiano Nehru e al presidente egiziano Nasser. Il venticinque maggio è il compleanno ufficiale di Tito, vissuto dal popolo jugoslavo come il Giorno della Gioventù: tutti gli anni si organizzava infatti una consegna della bacchetta tra i giovani jugoslavi con l’inizio in una delle repubbliche e finendo con la consegna della bacchetta al presidente Tito a Belgrado durante la festa finale che ogni anno vide partecipare migliaia di giovani provenienti da tutte le repubbliche Jugoslave. Dopo la morte di Tito la bacchetta della gioventù venne consegnata a dei presidenti successivi solo per altri sette anni. Curiosamente, l’ultimo testimone fu consegnato nel 1988 al presidente della Gioventù da una giovane kosovara, Raimonda Brošaj; altrettanto curiosamente, mentre i precedenti testimoni erano fatti di metalli preziosi, quest’ultimo fu ideato e prodotto in Slovenia. La parte superiore di quel testimone, il primo fatto in plastica ed oggi esposto insieme a tutti gli altri nel Museo della Gioventù, conteneva otto gocce di sangue che rappresentavano l’unità e fratellanza delle sei repubbliche e delle due province autonome della Jugoslavia.

Oltre ai testimoni e alla tomba di Tito a un eventuale visitatore sono a disposizione circa duecentomila pezzi espositivi del Museo della Storia Jugoslava di cui la maggior parte, come già detto, sono regali che Tito ricevette da diversi capi di Stato durante il suo pluridecennale governo: armi etiope, sculture religiose indiane, pezzi di pietra lunare, spade illiriche, statuette antiche, orologi, spade e costumi medievali giapponesi, strumenti musicali africani, medaglie, e tanto altro.

Una gran parte dei regali personali di Tito stanno aspettando ancora la fine del processo che nel 1987 avviò Jovanka Broz, sua moglie con altri parenti. Lo stato jugoslavo sequestrò pochi mesi dopo la morte di Tito molti oggetti, gioielli, macchine e vestiti privati di Jovanka e Tito il cui valore stimato è di sessanta milioni di dollari. Jovanka Broz, la quale ancora oggi vive a Belgrado, manda ogni anno un mazzo di fiori alla tomba di Tito, determinata di rimanere autoisolata e senza contatti con il pubblico per evitare che la realtà le sciolga il ricordo di Tito e della Jugoslavia congelato nel suo cuore trentuno anni fa.

Museo della Storia Jugoslava (Vecchio Museo, Casa dei Fiori, Museo della Gioventù), Botićeva 6 Belgrado.

orario: tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10 alle 16.

prezzo: 200 dinari per persona (1,98 Euro)per gruppi con 10 persone o più 100 dinari per persona (0,99 Euro).

Entrata gratuita per i bambini fino a 7 anni, i membri dell’ICOM (Associazione Internazionale dei Musei) e tutti i visitatori durante il 4 Maggio (giorno della morte di Tito) e il 25 Maggio (compleanno di Tito e Giorno della Gioventù)

Come arrivare:

– con l’autobus numero 40 proveniente da Zvezdara e 41 proveniente dal centro della città e con l’autobus numero 94 dal Novi Beograd.

– con la macchina: dal centro di Belgrado: via Knez Miloš, continuando per il Bulevar Vojvode Putnika e poi sinistra nel Bulevar Kneza Aleksandra Karadjordjevića. Dopo 600 metri si arriva davanti al museo. Da Novi Beograd- prendere l’autostrada per Niš, dopo il ponte Gazela prendere la seconda uscita ed entrare il Viale di Vojvoda Putnik e poi girare sinistra per il Viale di Knez Aleksandar Karađorđević dopo 600 metri si arriva davanti al Museo.
Il parcheggio non si paga.

Per ulteriori informazioni visitare il sito del museo:
www.mij.rs

Condividi su

Ti potrebbe piacere: