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Nono post – 26 maggio 2011
tag: balcani, Bosnia Erzegovina, Sarajevo







La città sta tornando alla normalità, ma ovunque sono ancora ben visibili le ferite – fisiche, economiche, morali – lasciate dalla guerra

In attesa del tram


Venditore di chincaglierie (sopra) e battitore di rame al lavoro in due dei tanti piccoli negozi della Bascarsija, la città vecchia


Il panettiere Aljovic Bacir (in posa sotto il ritratto di Alija Izetbegović, primo presidente della Bosnia Erzegovina) e l’interno del forno dove produce fantastici somun cotti a legna

Il cimitero musulmano nei pressi della Biblioteca Nazionale

Domenica pomeriggio, un gruppo di appariscenti ragazzine sul tram che porta verso la periferia occidentale della città

Cippi funerari intorno al monumento dedicato ai bambini morti durante l’assedio (aprile 1992 – febbraio 1996)

Il mercato rionale nel quartiere popolare alle spalle del Parlamento

L’animato via vai sul lungofiume

Markale, il mercato cittadino.
Tristemente noto per aver subito due pesanti bombardamenti, nel ’94 e ’95, che causarono complessivamente 105 vittime. Fu proprio dopo il secondo bombardamento del mercato che la Nato decise di intervenire militarmente in favore della popolazione assediata.


Sam, venditore di accendini

Il piccolissimo bar all’interno del mercato. Tuttora senza elettricità né acqua corrente, è gestito da Ervin (l’anziano signore con gli occhiali), ex avvocato.
Testi e fotografie © Elisabetta Tiveron – Nicola Fossella 2011.
Tutti i diritti riservati.
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